Che differenza c’è tra pigmenti organici ed inorganici?

Una sostanza colorante nella cui composizione chimica non compare il carbonio se non in forma elementare (nerofumo – carbone) o di carbonato è un pigmento inorganico. Si tratta per lo più di ossidi, sali o silicati. Possono derivare da minerali finemente polverizzati o da sintesi chimica.

I produttori di PMU non usano coloranti organici naturali per la produzione di pigmenti da tatuaggio poichè le polveri sono molto costose, non sono insolubili e i colori disponibili non sono sufficienti alle richieste, quindi gli organici sono sintetici.
Il pigmento organico ha il vantaggio di essere molto brillante, ma non sta a lungo nella pelle. Per rendere un colore organico stabile alla luce, di lunga durata e sicuro chimicamente è necessario associarlo ad un agente legante e per renderli assolutamente sicuri il processo è costoso. I colori organici poco costosi solitamente derivano da materie prime economiche, non molto stabili e sicure che possono presentare impurezze a volte molto pericolose come testimoniano i molti rapex presenti. Un pigmento organico di qualità e specifico per il viso risulta più costoso di un organico per tatuaggio artistico.
Gli inorganici durano più a lungo nella pelle (cosi come alcuni dei più pericolosi/non approvati coloranti organici).

Entrambe le famiglie organici e inorganici possono essere sicure o presentare delle criticità, molto dipende dalle materie prime, dalla lavorazione e spesso anche da alcuni errori che i professionisti prepararti possono evitare.

Nei colori Clinita possiamo trovare organici e inorganici, a volte anche nella stessa formulazione e comunque le due linee sono miscelabili per sfruttare al massimo le caratteristiche salienti di  ogni famiglia di colore. L’esclusiva formulazione e produzione garantisce la stessa tenuta alla luce e la mancanza di viraggi.

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