Pigmenti per la dermopigmentazione: cosa cambia con la normativa Reach

Il mondo della dermopigmentazione attraversa un momento di grande evoluzione, a causa di un aggiornamento del regolamento Reach che ha posto sotto i riflettori le sostanze contenute in pigmenti per PMU e colori per tatuaggi. La nuova normativa europea, entrata in vigore da gennaio 2022, limita infatti l’utilizzo nei pigmenti di oltre 4000 sostanze ritenute nocive per la salute ed ha già portato a grandi cambiamenti. Per capire al meglio queste norme dobbiamo però partire da una premessa: come venivano prodotti i pigmenti per tatuaggi e dermopigmentazione?

Pigmenti per la dermopigmentazione: differenza tra pigmenti organici e inorganici

I pigmenti per trucco permanente si suddividevano fino al 2021 in due grandi categorie: organici e inorganici. I pigmenti inorganici sono sostanze ricavate solitamente da elementi minerali, mentre i colori organici sono ricavati da sintesi chimica.
I colori organici sono considerati meno stabili ma più duratori nel tempo,inoltre offrono toni più brillanti. Per rendere i pigmenti organici insolubili e stabili è necessario l’utilizzo di agenti leganti a volte molto costosi. Dall’altro lato, i pigmenti inorganici sono insolubili per natura (e quindi non necessitano di elementi leganti), meno brillanti ma coprenti rispetto agli organici, bio riassorbibili dalle pelle, anche se contengono potenzialmente quantità di metalli pesanti ritenuti allergenici e su cui la normativa ha definito dei limiti.

Come cambiano i pigmenti con la normativa Reach

A partire dal 4 gennaio 2022, l’Unione Europea con la nuova normativa Reach ha limitato l’uso di oltre 4000 sostanze chimiche in diversi ambiti, tra i quali appunto gli inchiostri per tatuaggi e PMU. L’obiettivo finale è quello di ridurre il più possibile qualsiasi rischio di allergia o infiammazione cutanea, oltre a creare un nuovo standard di sicurezza per tutti i pigmenti.
Il regolamento Reach porrà varie limitazioni all’utilizzo di pigmenti inorganici, di conservanti e di addensanti, oltre a continuare i controlli già in atto sulle amine aromatiche, gli idrocarburi policiclici e il contenuto sterile dei colori.
Il regolamento Reach porrà varie limitazioni all’utilizzo di pigmenti inorganici, di conservanti e di addensanti, oltre a continuare i controlli già in atto sulle amine aromatiche, gli idrocarburi policiclici e il contenuto sterile dei colori.

Cosa sta facendo Clinita per adeguarsi alla normativa Reach

Clinita ha sempre prestato grande attenzione alla qualità delle materie prime ed alla sicurezza del processo produttivo, con un costante lavoro di ricerca per garantire pigmenti efficaci e innovativi. In previsione della nuova normativa Reach abbiamo deciso già a fine 2020 di modificare il vettore e conservante dei nostri pigmenti, passando dall’alcol isopropilico all’etanolo. Il regolamento Reach non vieta la presenza di alcol isopropilico, ma ne riduce drasticamente la quantità consentita poiché la considera una sostanza irritante per la pelle.
In linea generale, abbiamo scelto di non rinunciare ai pigmenti minerali in senso assoluto, ma di abbassare la loro quantità nella formula introducendo una maggiore quantità di organico continuando nel solco della produzione di pigmenti “ibridi”, formula che ha reso famosa la linea di colori Clinita.
Ogni confezione prevede poi una scheda con le indicazioni d’uso del prodotto e la dichiarazione di conformità alla Reach, che potrai scaricare anche tramite il nostro sito.  Scopri di più sulla nostra linea Clinita PRO Reach Compliant in questo articolo sul blog.

Per maggiori informazioni, puoi sempre contattarci tramite l’apposito form o via mail scrivendo a: clienti@clinita.it.

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